Se c’è una nota positiva in tutto ciò è che probabilmente Netflix non aggiungerà altri episodi nella prossima stagione, dato che i suoi standard di serie animate non ne permettono più di una decima a stagione. Ciò nonostante, ci ritroviamo con ben due episodi in più rispetto alla precedente stagione, che ne aveva già quattro rispetto alla prima. E il rallentamento degli eventi si percepisce.

Quattro linee temporali trovano il proprio svolgersi: Sypha e Trevor, ormai legati da un mese, entrano in una città ove sembra che una creatura della notte abbia trovato la sua dimora. Ad aiutarli ci sarà un insolito personaggio di nome Saint Germain.
Alucard, dopo aver passato settimane solo nel castello di suo padre, riceve la visita di Sumi e Taka, due ex schiavi di un’ormai defunta vampira sottotenente di Dracula, i quali intendono farsi addestrare dal principe per poter combattere la minaccia vampirica.
Nel frattempo, Hector è prigioniero nel castello di Carmilla, ove lei e le sue consorelle preparano una strategia per conquistare il mondo degli umani. Una di loro, Lenore, decide di convincere il giovane fabbro ad aiutarle.
Isaac continua il suo viaggio, seguito dalle orde demoniache, intento a uccidere la traditrice Carmilla, il suo ormai non più amico Hector e tutti gli umani che intralciano il suo cammino.

Dieci episodi sono più che abbastanza per esplorare questi quattro punti di vista: la storia si svolge analizzando ogni particolare e dialogo anche secondario, prendendosi il suo tempo e lasciandoci immergere con calma nella storia. Il problema però è proprio questo: dobbiamo sorbirci otto episodi di (quasi) niente, irti di punti morti e riempitivi, dove gli unici momenti di tensione sono l’avanzata di Isaac e i tentativi di ammaliamento di Lenore. Il resto sono le indagini di Trevor e Sypha, aiutati da Saint Germain e dal giudice della città, e le continue ecatombe da parte delle creature di Isaac, che nonostante tutto sono belle da vedere.

I dialoghi sono decisamente peggiorati rispetto alle precedenti stagioni: molte volte sono stati palesemente aggiunti per permettere all’episodio di raggiungere la durata di mezz’ora, altre volte, risultando innaturali e insensati, persino se si cerca di renderli più “realistici”, contornati da battute idiote, accorgimenti senza senso e quant’altro. Pochi sono i dialoghi che possono davvero definirsi belli, uno dei quali tratta Isaac e un suo accompagnatore, che parrebbe essere riuscito a instillare un buon pensiero all'”umano pentito”, ma che viene tuttavia sfumato alla fine dell’episodio.

Lo sviluppo dei personaggi è un’altra cosa che lascia a desiderare. Trevor non pare molto cambiato dalla prima stagione: è sempre il solito strafottente pieno di se, sarcastico e a volte scontroso, ma in fondo anche benevolo. Sypha è la persona che sorprende di più: in un mese è passata dall’essere una saggia e simpatica maga con un umorismo tagliente a un’estroversa iperattiva. E questo senza che ci venga mostrato un episodio in particolare nel mese che ha passato a viaggiare con Trevor. A parte, certo, le capre demoniache volanti le cui feci bruciavano i tetti delle città.

L’animazione resta il piatto forte: i colori accesi e variegati, i disegni dettagliati, puliti e perfettamente ombreggiati prendono vita in un’animazione che pare quasi creata a rotoscopio, e che trova il suo apice, così come nelle precedenti stagioni, nell’episodio finale, in un climax sempre pù incalzante e coinvolgente. Un dinamismo perfetto che riesce, nonostante tutto, a promuovere questa serie.

La parte peggiore, però, risulta l’inutilità dell’intera stagione per quanto riguarda Trevor e Sypha. Le loro vicende nel corso degli episodi si risolvono con un nulla di fatto ai fini della trama, la qual cosa si può quasi dire anche di Isaac. Una stagione così lunga che, quasi per metà, non porta a niente, se non ad un lungo filler. Un gran peccato per una serie che era iniziata davvero bene. Si spera che ciò che è successo ai protagonisti serva sia come punto di svolta perché mutino il loro carattere sia come inizio per una loro decisiva presa di posizione nella storia.
Non posso dire, però, di non aver apprezzato la Jojo Reference.