Il seguito spitiruale di “In via dei matti numero 0” e il dilemma tra Self e Editoria.
Salve a tutti, oggi analizzerò un libro particolare, scritto da Federica Zancato. “Via delle Grancasse numero 0: storie da una gabbia di matti” è una raccolta di racconti uniti da due fili conduttori: la follia da condominio e il particolare stile di disegno. Esatto, la cosa che rende unico questo libro è il fatto che i personaggi siano stati creati basandosi sulle linee del marmo: il libro presenta una pellicola che sovrappone i folli condomini alla pietra. L’effetto si chiama pareidolia ed è praticamente il creare figure e personaggi partendo da elementi dell’ambiente, come ad esempio nuvole, gocce d’acqua, ecc.
Come abbiamo potuto vedere dal titolo, il libro è un chiaro tributo alla canzone “In via dei matti numero 0” dello Zecchino d’ Oro. La cosa che rende interessante il libro è il percorso surreale che unisce i vari personaggi, scrutati dal misterioso portinaio. Arriverete ad un punto dove vi chiederete “chi guarda ai guardoni?” (sì, fa molto Watchmen). Beh, lo scoprirete leggendo.
È interessante, e allo stesso tempo triste, il fatto che libri così particolari non siano sponsorizzati dal mercato. Ho avuto il piacere di parlare con l’autrice: il suo progetto è autopubblicato, proprio perché, a livello editoriale, non sarebbe ben accettato. Il libro è particolare, fuori dagli schemi, surreale e bizzarro, lo paragonerei a “Ritratti” di Matteo Iolita, autore della Gainsworth Publishing, una serie di racconti dove ogni lettera corrisponde a una persona. “Via delle Grancasse” è, in un certo senso, un libro “weird” dove è l’illustrazione a dar vita alla narrazione e non viceversa.
Da questo punto, volevo passare ad un altro tema fondamentale: lo scontro tra self publishing e l’editoria. Ogni cosa hai suoi pro e contro: il primo dà maggiori libertà da vincoli e maggiori incassi, ma si fa più fatica ad emergere, mentre con la seconda, il problema principale è la linea editoriale e il minore incasso (quasi il dieci percento) in quanto il resto viene preso dall’editore per coprire le spese.
Questa sarebbe anche una cosa accettabile se non fosse che qua, in Italia, non si vuole molto esplorare generi diversi da quelli commerciali e non mi sorprende se l’autrice del libro volesse pubblicare tramite casa editrice estera. Personalmente, ho visto che chi tenta di osare di più sono le case editrici piccole, forse per cercare di portare qualcosa di nuovo (come il genere splatterpunk edito sia dalla Independent Legions che dalla Cut-Up Publushing, oppure il grottesco della Vaporteppa).
Quindi l’innovazione c’è, ma viene ignorata dai consumatori. Dovremmo sensibilizzare le persone verso le innovazioni, sponsorizzandole magari tramite giochi, fumetti, film d’animazione e non. Abbiamo tante opportunità, dobbiamo solo coglierle al volo.
A proposito di giochi, se mai foste interessati, l’autrice ha creato un memory basandosi proprio su “Via delle Grancasse”.